Qualche numero per iniziare:
Le statistiche ci parlano chiaro: entro il 2050, il destino di 150 milioni di persone sarà ammalarsi di una demenza.
Ad oggi, non abbiamo a disposizione una terapia che sia in grado di arrestare la patologia e di tornare ad uno stato di normalità, ma esistono soltanto trattamenti che permettono di rallentarne in parte la progressione, e di controllare eventuali conseguenti disturbi comportamentali.
Il pensiero comune è che contro la demenza non si possa fare niente. In realtà disponiamo di un’arma piuttosto potente, ancor più della diagnosi precoce, che è la prevenzione.
Fattori di Rischio per lo sviluppo di una demenza:
Nel 2017, la Commissione della rivista The Lancet ha messo in evidenza come il rischio di sviluppare una demenza è attribuibile per ben il 35% a 9 fattori modificabili, sui quali abbiamo la possibilità di intervenire: livello di istruzione, ipertensione, problemi uditivi, fumo di sigaretta, obesità, depressione, attività fisica, diabete e contatti sociali. Sono tutti elementi sui quali possiamo concretamente agire in un’ottica preventiva, ad esempio scegliendo uno stile di vita sano e attivo, non solo dal punto di vista fisico, ma anche cognitivo. E anche se la cosa migliore sarebbe coltivare buone abitudini fin da giovani, correggerne alcune in età adulta rimane ugualmente efficace.
Nel 2020 la stessa Commissione, ai 9 iniziali, ha aggiunto 3 ulteriori fattori di rischio per la demenza: un eccessivo consumo di alcol, l’aver subito traumi cranici e il vivere in un luogo con alti tassi di inquinamento, soprattutto in terza età.
Il concetto di Riserva Cognitiva:
Particolarmente interessante è il concetto di riserva cognitiva, ovvero l’insieme di esperienze vissute e che vanno a formare il nostro bagaglio cognitivo, e che deriva dal livello di istruzione, dall’attività lavorativa, da come trascorriamo il nostro tempo libero, dai nostri contatti sociali. Tanto più il nostro bagaglio mentale è grande, tanto meglio riusciremo a resistere all’azione dell’invecchiamento e delle malattie neurodegenerative.
Una maggiore riserva cognitiva può davvero proteggere dallo sviluppare un declino cognitivo o contribuire a farlo sviluppare più lentamente o tardivamente rispetto a quelle persone che ne hanno una minore.
Lo studio scientifico:
È quello che è riuscito a dimostrare il neurologo Snowden con uno studio su un gruppo di suore in un convento. Una di queste all’autopsia aveva un cervello con caratteristiche riconducibili ad una demenza, ma non aveva mai mostrato alcun sintomo! Come è stato possibile? Essersi impegnata in attività cognitivamente stimolanti durante tutto il corso della propria vita, ha effettivamente attenuato gli effetti delle lesioni provocate dalla malattia di Alzheimer, ritardando i sintomi della demenza, che in questo caso non si erano mai palesati.
Conclusioni:
Quindi sì, la demenza non si può curare, ma si può prevenire.
Articolo a cura della Dottoressa Silvia De Ieso, Psicologa
“La demenza non è la fine della strada. È solo un cambiamento nel modo in cui si percorre il viaggio. Mantenere attiva la mente, attraverso stimoli cognitivi e sociali, può fare una grande differenza nella qualità della vita delle persone affette da demenza.”
– Alzheimer’s Association
Contattaci se desideri ricevere ulteriori informazioni su come prevenire lo sviluppo di un eventuale deterioramento cognitivo.
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